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Prova in pista "Step 3"

Come di consueto, ad ogni "step" evolutivo segue sempre un collaudo in pista, per verificare la bontà e l'efficacia degli interventi effettuati.
Scenario di questo test è stato l'autodromo di Franciacorta, vicino Brescia.
A rendere ancora più completo e probante questo test è il trasferimento casa-autodromo effettuato direttamente in moto e non con furgone (per via di indisponibilità dello Scudo che mi ha accompagnato nella scorsa trasferta in pista), così da verificare non solo le (si suppone accresciute) qualità in circuito del CBR ma anche se e quanto le sue doti di passista siano state inficiate dall'elaborazione in chiave sportiva.

La moto ha mantenuto la stessa facilità e comodità, anzi la sella è ancora più confortevole. Gli unici nei sono costituiti dal diminuito spazio in lunghezza per via dell'ingombro dello scalino del codone (assente in configurazione originale per via del lungo sellone di serie) e dall'accresciuto tasso di vibrazioni su mani e piedi; non che adesso le vibrazioni siano aumentate, ma le interfacce del pilota sono adesso più rigide (manopole meno guarnite e pedane senza riporto in gomma), così da trasmettere maggiormente ogni sollecitazione alle estremità del guidatore.
A parte questi due punti, l'XX marcia sempre con la stessa fluidità e morbidezza, e con molto più spunto in ripresa nel caso di sorpassi. Resta il "problema", ma questa è una caratteristica "di serie" dell'XX, della mancata percezione della velocità: il cupolino avvolge il guidatore in una sorta di bolla che lo isola dal vento, mentre il rantolo basso e sommesso del motore non trasmette la sensazione dell'effettiva progressione del veicolo.

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Una volta in pista, le sensazioni sono positive: il motore spinge con molta forza e vigore, ma la cosa che maggiormente stupisce è la rotondità e dolcezza di tale spinta, che resta quindi così incredibilmente gestibile anche in uscita di curva, a moto ancora inclinata.
La moto è e resta pur sempre una nave dalla notevole stazza, e in un circuito come questo la cosa è evidente: allarga molto in uscita e pretende linee rotonde e fluide in percorrenza, reagendo agli ingressi ritardati (magari a freni pinzati) con qualche scompenso di assetto all'avantreno, comunque innocuo.
La stabilità a centro curva è eccellente, e la rigidità del nuovo avantreno dona molta più precisione e direzionalità unita ad una rimarchevole solidità nelle staccate, anche le più violente (pur col peso che si porta dietro, mi sono permesso il lusso di superare in staccata qualche race-replica).
Il retrotreno ha molta trazione, ma è aiutato in questo anche dall'efficacia del mono e dall'erogazione morbidissima del motore.
Le diminuite inerzie giroscopiche rendono la moto più rapida in ingresso, e la cosa si avverte specialmente nei curvoni più veloci, dove sembra di buttare in piega una moto molto più leggera di quanto l'effettivo dimagrimento possa far pensare.

Essendo a digiuno di pista da un anno, e al mio debutto in questa pista, non ho minimamente tentato di forzare il ritmo, ma sono riuscito ugualmente a farmi un'idea esaustiva: la moto ha mostrato di comportarsi benissimo, evidenziando un limite ciclistico ben superiore a prima: la sua solidità, infatti, restituiva proprio una sensazione di incredibile tranquillità, come a dire che il suo effettivo limite era ancora parecchio lontano, e che a malapena stavo scaldando le gomme...

L'unica pecca registrata in questa giornata è stata la perdita del tappo del serbatoio dell'olio del freno posteriore, che per sicurezza è stato svuotato e chiuso con del nastro americano.







La mancanza del freno posteriore si avvertiva nelle staccate un po' più decise, quando il retrotreno iniziava a serpeggiare, anche se mai in maniera fastidiosa, ma al momento del rilascio dei freni l'assetto si ricomponeva all'istante.
Eccellente poi l'usura delle gomme, senza il minimo strappo o scalino, indice della bontà del lavoro della ciclistica:







Insomma, il verdetto di questo test è più che positivo: la moto va benissimo ed ha un elevato limite che garantisce molto divertimento. Mostra anche di reagire in maniera molto netta alle regolazioni delle sospensioni, segno che il comparto sospensivo è ben integrato col telaio.
Certo, non è la moto con cui segnare il record sul giro, ma non vuole esserlo. E' una moto "diversa", dallo spiccato sapore "anni '90", con un motorone morbido ma vigoroso ed una ciclistica solida e sana, lontana anni luce dalla iper-reattività delle ultrasportive moderne.

Ecco alcuni scatti della giornata (copyright di Rodorigo Agency)







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